Neonato a rischio neuroevolutivo in Terapia intensiva neonatale

Fonte: Giornale Sanità

 

Intervista di Giuseppina Della Corte alla Dott.ssa TNPEE Simona Matricardi - TIN Ospedale Fatebene Fratelli di Roma

DALLA TIN AL FOLLOW UP: il percorso del neonato a rischio neuroevolutivo 

La collega, Dott.ssa Matricardi racconta il percorso del neonato e delle famiglie nella presa in carico all'interno delle Terapie Intensive Neonatali. 

Racconta,  inoltre, il prezioso ruolo del TNPEE nella valutazione e nell'intervento tempestivo e precoce orientato alle funzioni emergenti del neonato, nella promozione dello sviluppo e nel monitoraggio di eventuali indicatori predittori di rischio per l'insorgenza di atipie.  


Le domande cui la specialista risponde: 

A chi è rivolto l’intervento abilitativo in Tin?

In che tempi avviene la presa in carico del bambino e della sua famiglia? E com’è strutturata?

Nell’ambito dell’intervento abilitativo precoce, il Tnpee come e quando interviene?

L’intervento sensoriale diretto al neonato in cosa consiste?

Come vengono coinvolti i genitori in questo delicato lavoro?“

A questo fondamentale percorso, è utile affiancare altre tipologie d’intervento?

Alla luce anche di questa collaborazione, quanto conta un lavoro integrato e sincrono tra i professionisti dell’equipe neonatale?

Tornando infine al Tnpee, di quali strumenti deve essere equipaggiato per affrontare un lavoro cosi complesso, delicato ed articolato?

 

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Leggi anche:  ECM FAD 6 maggio 2022 - L'approccio abilitativo-riabilitativo multidisciplinare al bambino pretermine. Condivisione di un caso clinico (anupitnpee.it) 

 

 

Lo sviluppo emotivo dei bambini tra pandemia e guerre

 Il ruolo dei terapisti della neuro e psicomotricità dell’età evolutiva
 

Dottoressa Cortese quali riflessioni prevalgono in questo momento storico?
La mente dell’essere umano è una sofisticata macchina che non conosce sosta: vaga continuamente, spaziando tra pensieri, ricordi e progetti sui quali, oggi più di prima abbiamo meno potere d’azione o controllo. Il risultato di questi processi mentali è un costante rimuginare su ciò che è stato o, al contrario, un’attivazione eccessiva data dalla preoccupazione per ciò che sarà, che non ci consente di vivere il momento presente non solo mentalmente, ma anche emotivamente, trascinandoci in tempi e luoghi ben lontani dal “qui ed ora”.

Pensando ai soggetti di età evolutiva, questi eventi cosa stanno provocando?
I nostri bambini ed adolescenti stanno crescendo in un periodo storico complesso. Numerosi studi ormai ci riferiscono un aumento preoccupante dei disturbi di natura psico-affettiva e psicologica nella popolazione in età evolutiva. In ambito clinico stiamo osservando sempre più segni e segnali di stress, frustrazione, ansia, chiusura sociale, stati depressivi e presenza di comportamenti problematici. Tale incremento interessa sia bambini con difficoltà causate da patologie, disturbo o ritardo, sia coloro con sviluppo normo-tipico.

Il Tnpee come si pone al riguardo?
In virtù della sua elevata specificità per l’età evolutiva, il Tnpee è in grado di intervenire sia in ottica preventiva sia nella presa in carico di disturbi conclamati, a sostegno dello sviluppo psico-affettivo del bambino, in collaborazione con altre figure dell’equipe multiprofessionale, quali il neuropsichiatra infantile e lo psicologo. Il Tnpee di fatti sostiene, grazie alla privilegiata relazione d’aiuto, bambini e ragazzi nello sviluppo delle abilità di autoregolazione e gestione degli stati emotivi e dello stress, necessarie per affrontare anche momenti come quelli che stiamo vivendo da due anni. Questa relazione comprende in modo imprescindibile l’intero nucleo familiare, cui il terapista offre costante sostegno. Gli eventi sanitari, sociali e storici cui stiamo assistendo stanno minando la serenità e la sicurezza di tutte le famiglie, alcune delle quali già in apprensione per le difficoltà a carico dei propri figli.

 
 
 
Per approfondire il tema: 
 
Il ruolo del TNPEE nello sviluppo emotivo del bambino tra pandemia e guerre

 

Vivere nel QUI ED ORA

La mente dell’essere umano è una sofisticata macchina che non conosce sosta: vaga continuamente, spaziando tra pensieri, ricordi e progetti sui quali, spesso, non abbiamo più o non abbiamo ancora potere d’azione o controllo.

Il risultato di questi processi mentali è un continuo rimuginare su ciò che è stato o un’attivazione eccessiva data dalla preoccupazione per ciò che sarà, che non ci consente di vivere il momento presente non solo mentalmente ma anche emotivamente, trascinandoci in tempi e luoghi ben lontani dal “qui ed ora”.

L’ancora attuale pandemia, cui si aggiungono i drammatici giorni che stiamo vivendo del conflitto Russo-Ucraino, continuano a rendere angosce, paure, dolore, stress il pane quotidiano degli adulti, ma anche di bambini ed adolescenti, in un circolo vizioso di pensieri che alimentano emozioni e sensazioni che allontanano dal presente, privano delle energie positive di attivazione, e ostacolano nella crescita personale.

Numerosi sono gli studi che riferiscono un aumento dei disturbi di natura psico-affettiva e psicologica nella popolazione in età evolutiva. E, per rispondere all’esigenza di imparare ad autoregolare e gestire una serie di sintomi, comprese le risposte psicologiche e fisiche a stress, ansia, depressione e comportamenti distruttivi negli adulti e nei bambini, negli ultimi anni, non a caso, è cresciuto l’interesse alla pratica della Mindfullness, anche da parte dei clinici.

Tra le figure dedicate all’età evolutiva, il Terapista della neuro e psicomotricità è certamente una delle più specializzate, nonché una risorsa in grado di operare nel contesto della prevenzione, oltre che della presa in carico di disturbi conclamati, a sostegno dello sviluppo psico-affettivo del bambino, in collaborazione con altre figure dell’equipe multiprofessionale, quali il neuropsichiatra infantile e lo psicologo.

È, quindi, per competenza, una delle figure in grado di aiutare bambini e ragazzi a sviluppare quelle abilità di autoregolazione e gestione degli stati emotivi e dello stress, a partire dal qui ed ora, sfruttando il prezioso contesto della relazione privilegiata che si instaura tra terapista e bambino/ragazzo.

  Dalla pandemia alla guerra il ruolo terapeutico

Il ruolo del TNPEE nelle prime fasi della pandemia, grazie al supporto delle Associazioni Tecnico Scientifiche, è stato rivolto fin da subito ad azioni di supporto alla comprensione e gestione degli aspetti pratici (Buone norme e prassi: indicazioni per bambini, 2020 ; Come insegnare il lavaggio delle mani nei bambini con disturbi del neurosviluppo, 2020 ), all’elaborazione della sospensione delle relazioni affettive ( Il ruolo terapeutico ai tempi del coronavirus, Arcelloni 2020 ) nonché alla produzione di materiali di gioco per rappresentare ed elaborare emotivamente i vissuti (Il lungo viaggio di Covid, Benincasa, Galbusera, Seregni, 2020 ). Il sostegno genitoriale, che il TNPEE ha svolto in equipe con colloqui periodici a distanza, ha inoltre permesso di fornire supporto e indicazioni utili alla gestione emotivo-comportamentale in ambiente domestico.

Ma in questi giorni di apprensione e dolore, che mettono nuovamente alla prova la società, con il pensiero ad una guerra drammaticamente reale e vicina, le immagini e le parole di angoscia, dolore, morte, distruzione che riempiono le giornate, cosa può fare il TNPEE per l’età evolutiva?

Certamente continuare a svolgere il suo ruolo terapeutico di sostegno allo sviluppo psico-affettivo e di sostegno genitoriale, in collaborazione con l’equipe multiprofessionale.

 

Il setting

L’importanza di un ambiente strutturato a sostegno dello sviluppo del bambino è cosa ormai nota nella letteratura, sia in ambito preventivo che clinico.

Il setting neuropsicomotorio si presta contemporaneamente alla libera espressione dei contenuti emotivi da parte del bambino, ma anche all’azione di contenimento e gestione del terapista.

Non possono mancare: l’attenzione alla temperatura, alle luci e agli stimoli nella stanza; un angolo morbido; materiali costruttivi, grafici e simbolici.

 

Osservazione e ascolto attivo

Il TNPEE, con le sue competenze professionali, è in grado di cogliere in anticipo e profondità i segnali di disagio in età evolutiva. L’osservazione degli indicatori non verbali e verbali guida alla lettura del bambino nella relazione privilegiata a due, e consente di individuare la necessità di elaborare un processo, un pensiero, un’emozione.

L’ascolto attivo e la capacità di riformulare con parole semplici del TNPEE aiuteranno i processi di consapevolezza ed elaborazione nel bambino.

 

Utilizzare un linguaggio semplice

L’esposizione passiva e priva di filtri alle notizie quotidiane è già a portata di mano (e di click) dei bambini.

Il TNPEE con cautela può, dopo essersi documentato e confrontato con altri colleghi dell’equipe, utilizzare un linguaggio semplice, selezionato e supportato da immagini, rispondere alle domande dei bambini (in particolare di quelli più grandi, in grado di esprimere verbalmente dubbi, pensieri ed emozioni).

 

Accogliere ed individuare le emozioni

La relazione privilegiata con il TNPEE consente al bambino un’apertura emotiva in un contesto in cui si sente protetto, accolto e rispettato.

È per questo motivo che è necessario che il TNPEE si mostri accogliente e rispettoso della manifestazione emotiva del bambino, contenendolo e rassicurandolo se necessario, esplicitando la propria vicinanza emotiva. Può rivelarsi, inoltre, un momento prezioso per identificare le emozioni, con il supporto di diversi materiali, e dare loro un nome.

 

Rappresentare ed elaborare

L’espressività corporea e l’azione ludica quali motori dello sviluppo, sono gli strumenti privilegiati dell’intervento neuropsicomotorio del TNPEE. Offrire al bambino uno spazio e un luogo protetti in cui rappresentare con il corpo e con l’azione ludica le proprie emozioni consentirà al terapista di elicitare i processi di esternalizzazione ed autoregolazione emotiva del bambino, nonché di aiutarlo ad elaborare e trasformare le emozioni ed il pensiero.

 

Coltivare empatia e trasformare in azione

La possibilità di vivere ed identificare le emozioni con consapevolezza permette di affinare la capacità di riconoscerle nell’altro, sviluppare una maggior sensibilità ai bisogni dell’altro e una risposta efficace e flessibile nelle diverse situazioni di vita quotidiana nelle relazioni affettive.

Nella fase di attivazione emotiva non è possibile elaborare e potenziare questa abilità nel bambino, tuttavia, nel tempo, è importante che il terapista ne sostenga lo sviluppo a partire dall’uso di un linguaggio emotivo condiviso con la famiglia e la rete a supporto del bambino.

 

Il lavoro oltre la stanza di terapia

La presa in carico in età evolutiva presuppone il lavoro in rete con i caregivers del bambino. Il lavoro del TNPEE non si esaurisce mai nella stanza di terapia, va ben oltre, sfidando limiti e confini fisici.

È quindi importante che il TNPEE fornisca, in accordo con l’equipe, indicazioni utili alla gestione emotiva del bambino nel contesto domiciliare, offrendo un vero e proprio sostegno ai caregivers, in uno spazio interamente dedicato al confronto e al supporto, che non preveda la presenza del bambino.

20 febbraio: giornata nazionale dei professionisti sanitari, sociosanitari, socio-assistenziali e del volontariato

Fonte: Giornale Sanità

 

Nata “per onorarne il lavoro, l’impegno, la professionalità e il sacrificio nel corso della pandemia di Coronavirus nell’anno 2020” – come riportato dalla Legge del 13 novembre 2020, n. 155 – da 2 anni celebriamo il valore inestimabile delle Professioni sanitarie, sociosanitarie, socioassistenziali e del volontariato, da sempre accanto ai più fragili.

 

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Etica delle professioni sanitarie:

aggiornamento del Codice deontologico dei TNPEE

Fonte: Giornale Sanità 

 

La Federazione nazionale degli Ordini dei Tecnici di radiologia medica e delle professioni sanitarie tecniche, della riabilitazione e della prevenzione (Fno tsrm-pstrp) ha comunicato l’aggiornamento di alcuni dei Codici deontologici delle professioni sanitarie.

Il codice deontologico dei Tnpee

Uno dei codici deontologici di cui è stato segnalato il recente aggiornamento è quello del Terapista della neuro e psicomotricità dell’età evolutiva (Tnpee), a cura della Commissione d’Albo nazionale dei Tnpee. All’interno del codice, 54 articoli guidano lo svolgimento della professione e ne mettono in evidenza alcuni aspetti cruciali. In primo luogo la responsabilità del Tnpee di gestire il dinamico processo evolutivo del bambino, in tutte le fasi della crescita e in rapporto al sistema familiare e sociale che gli ruota attorno.
Il secondo riguarda l’affermazione e la difesa dell’autonomia decisionale del Tnpee rispetto al proprio operato nell’ambito della presa in carico del soggetto in età evolutiva. Infine il rapporto terapeutico che differisce da quello che si instaura con un paziente adulto.
In questo caso è il genitore ad affidare al terapista il proprio figlio, la sua crescita e la sua cura. Ciò richiede reciproca fiducia e rispetto, fondamentali per il raggiungimento degli obiettivi definiti congiuntamente poiché tengono conto delle esigenze proprie del nucleo familiare.

 

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Diritti dei bambini in Italia: i dati 2021 regione per regione

Fonte: Gruppo CRC 

Gruppo di Lavoro Convezione sui diritti dell'Infanzia e dell'Adolescenza

Il Gruppo CRC pubblica la seconda edizione del Rapporto “I dati regione per regione 2021”, a distanza esatta di tre anni dalla prima.

La pubblicazione affianca l’analisi nazionale sviluppata nel Rapporto annuale di monitoraggio con l’obiettivo di offrire una fotografia regionale attraverso una serie di indicatori che sintetizzano le principali informazioni ad oggi disponibili a livello regionale. Partendo dai contenuti dei rapporti annuali di monitoraggio, sono stati individuati sette raggruppamenti tematici, due in più rispetto alla prima edizione.

La pubblicazione è organizzata in schede regionali che offrono dati sintetici e comparabili relativi alle aree tematiche individuate. Ciascuna scheda illustra il dato relativo a ogni regione mettendolo a confronto con quello nazionale, per evidenziare le specificità regionali rispetto alle tendenze medie presenti nel nostro Paese.

 

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Fabbisogno, accesso all’Università e situazione occupazionale

delle professioni sanitarie

Fonte: I luoghi della cura - rivista online

Continua a crescere l’occupazione per le Professioni Sanitarie in era Covid. Nell’articolo l’autore espone i dati più recenti in riferimento allo stato occupazionale delle professioni sanitarie, al fabbisogno rilevato dalle regioni e dagli Ordini professionali e all’accesso ai corsi di Laurea per le 22 professioni sanitarie nelle diverse Università italiane.

Nel nostro Paese sono 690 mila i professionisti sanitari in servizio che afferiscono a 22 diversi profili, inquadrati in 4-5 aree e classi di laurea triennale. Gli Infermieri costituiscono la professione più numerosa tra le professioni sanitarie in Italia con 456 mila operatori seguiti dai Fisioterapisti, con circa 67 mila professionisti

Angelo Mastrillo (Docente in Organizzazione delle Professioni Sanitarie nel Corso di Laurea in Tecniche di Neurofisiopatologia dell’Università di Bologna)

 

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Terapie intensive neonatali:

il ruolo del Terapista della Neuro e Psicomotricità dell'Età Evolutiva

Fonte: Giornale Sanità

 

Nella fascia di età da 0 a 2 anni il bambino compie le prime esperienze significative per il suo percorso di crescita. Tuttavia, per problematiche insorte prima, durante o dopo il parto, alcuni bambini trascorrono i primi giorni o settimane di vita (in casi più complessi anche mesi), nelle Terapie intensive neonatali (Tin).

Negli ultimi anni è andata modificandosi la considerazione della Tin: da reparto di emergenza a luogo di prevenzione e promozione della salute e del benessere del bambino, come sostenuto dal Luigi Orfeo, presidente della Società italiana di neonatologia (Sin) e direttore dell’Unità complessa di Pediatria, Neonatologia e Terapia intensiva neonatale del Fatebenefratelli di Roma.

“Le prove di efficacia prodotte negli ultimi anni, tra cui anche uno studio condotto dalla nostra Unità Tin sull’intervento abilitativo precoce, hanno promosso una maggiore presenza della figura del Tnpee. Tale necessità nasce dall’elevata specificità del suo profilo formativo e professionale.
Il Tnpee difatti, non è considerato più solo un consulente dell’area riabilitativa nei casi di patologia acuta o cronica, bensì un membro effettivo dell’equipe pediatrica. Questo perché nell’expertise del Tnpee sono individuate le conoscenze necessarie ed utili a garantire un buon management degli interventi a favore della promozione dello sviluppo nei neonati a rischio neuroevolutivo, oltre che di sostegno alle famiglie”. - Dott.ssa TNPEE Simona Matricardi 

 

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Le professioni sanitarie.

Il TNPEE: chi è? 

Fonte: SMAgazine

 Notiziario di informazione - Famiglie SMA

 

La figura del terapista della neuro e psicomot ricità dell'età evolutiva (TNPEE) è un importante supporto per i bambini e i ragazzi con la SMA e le loro famiglie.

Il TNPEE considera il bambino nella sua globalità valutando e stimolando tutte le aree del suo sviluppo: cognitiva, relazionale, comportamentale, motoria, comunicativo-linguistica ed emozionale. Le caratteristiche principali del nostro lavoro sono la costruzione di un progetto completamente individualizzato e l'utilizzo del gioco come strumento principale per svolgere le nostre attività con i bambini.

Il gioco, insieme al movimento e all'azione, è uno strumento di apprendimento importante poiché il bambino si trova in uno stato emotivo tale da favorire la concentrazione, l'effi cenza mentale, la ripetizione e la generalizzazione del comportamento appreso. Il gioco rappresenta, quindi, un mezzo di apprendimento che permette di stimolare lo sviluppo comunicativo e linguistico, le capacità imitative, relazionali, cognitive, motorie e di problem solving.

 

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I Terapisti della neuro e psicomotricità dell’età evolutiva: ecco il vero volto dei professionisti dell’infanzia e dell’adolescenza

Fonte: Gionale Sanità

 

I Terapisti della neuro e psicomotricità dell’età evolutiva? “Rappresentano una figura unica della tradizione italiana e affondano radici nella neuropsichiatria infantile una specialità medica della storia sanitaria e assistenziale italiana”.

“Se un bambino – conclude Bonifacio – non riesce a realizzare e conquistare serenamente tutte le tappe necessarie alla sua naturale crescita, a causa di disabilità dovute a ritardi di acquisizione, disturbi o patologie, può chiedere aiuto al Terapista della neuro e psicomotricità dell’età evolutiva (Tnpee) sapendo che si tratta di un professionista di quella età. E questa possibilità esiste solo in Italia”.

 

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Il 2° Congresso FNO TSRM-PSTRP.

Il ruolo del Tnpee tra pandemia e prospettive future.

Fonte: Giornale Sanità

Dal 19 al 21 novembre presso il Palacongressi di Rimini si è tenuta la seconda edizione del Congresso della Federazione nazionale degli Ordini dei Tecnici sanitari di radiologia medica e delle professioni sanitarie tecniche, della riabilitazione e della prevenzione (Fno tsrm-pstrp). La manifestazione è stata aperta dal ministro della salute Roberto Speranza il quale nel ricordare l’impegno straordinario delle 19 professioni sanitarie del maxi-Ordine durante l’emergenza pandemica, ha definito queste «le professioni del futuro». Un futuro, quello della sanità, che potrebbe trovare forma e sostanza nella realizzazione del Piano nazionale di ripresa e resilienza (Pnrr), filo conduttore dell’evento congressuale. La Presidente della Fno tsrm-pstrp Teresa Calandra ha aggiunto al riguardo che immagina «una sanità che funzioni, in cui tutte le professioni danno il loro contributo».

 

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La Sanità del futuro. L’utilità di potenziare il Tnpee nei servizi per l’infanzia e l’adolescenza.

Fonte: Giornale Sanità 

All’interno della componente 1 della Missione 6 – vale a dire Reti di prossimità, strutture e telemedicina per l’assistenza sanitaria territoriale – del Piano nazionale di ripresa e resilienza (Pnrr) è stato individuato, quale obiettivo generale, il potenziamento del Servizio sanitario nazionale “allineando i servizi ai bisogni delle comunità e dei pazienti, anche alla luce delle criticità emerse durante l’emergenza pandemica”.

Nell’ambito dei disturbi neuropsichici dell’età evolutiva, da molto prima si è assistito ad un aumento considerevole di accessi ai servizi di Neuropsichiatria infantile il che ha comportato un incremento delle richieste di diagnosi e interventi riabilitativi.

Ad oggi sul territorio nazionale non tutte le richieste sono accolte ugualmente, molte restano inevase a lungo oppure ricevono risposte incomplete. 

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Disabilità e scuola.

Tra inclusione e prevenzione, l’intervento del

Terapista della neuro e psicomotricità dell’età evolutiva (TNPEE)

Fonte: Giornale Sanità

All’interno di situazioni quali nido, asilo e scuola primaria, il Terapista della neuro e psicomotricità dell’età evolutiva (Tnpee) può fare la propria parte sia per una migliore inclusione sia in chiave preventiva.

In ottica preventiva invece, l’inserimento stabile del Tnpee nelle suddette realtà scolastiche permetterebbe il riscontro precoce di eventuali segnali di rischio o di un disturbo neuropsichico. Attuando interventi di screening sui gruppi classe, il Tnpee avrebbe modo di individuare anzitempo tali bambini. Questo permetterebbe alle famiglie di attivarsi prontamente per l’inizio del trattamento neuropsicomotorio e al terapista di avviare fin da subito una collaborazione con l’istituzione scolastica.

Purtroppo ad oggi l’intervento del Tnpee nei contesti educativi e scolastici non è formalizzato, ma è lasciato all’iniziativa personale dello stesso o delle insegnanti che ne richiedono la presenza proprio per agire in maniera sinergica e parallela al trattamento.

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Laureati delle Professioni sanitarie: ad un anno dalla fine degli studi trova lavoro quasi l’80%

Fonte: Quotidiano Sanità 

 

Lo rivela l’ultimo report di AlmaLaurea in cui si conferma come l’area delle Professioni sanitarie sia quella che offre più sbocchi lavorativi. Si rileva per l’alto tasso occupazionale ai primi sei posti e sopra la media del 78,3%: Igienista Dentale con 86,1%, Infermiere con 83,8%, Educatore professionale con 83,1%, Logopedista al 82,5%, Fisioterapista con 80,1% e Tecnico Audioprotesista con 79,2%. 

Cresce l’occupazione per le Professioni sanitarie in era Covid. Lo evidenzia il XXIII rapporto annuale del Consorzio Interuniversitario AlmaLaurea. Consultando i dati si rileva che (tabella 1) per i laureati di primo livello dell’anno 2019 si registra un calo della quota di occupati di 4,7 punti percentuali dal 37,8% dei laureati di primo livello del 2018 agli attuali 33,1% dei laureati del 2019.

Fa però eccezione l’area delle Professioni sanitarie che registra al contrario un aumento di 2,1 punti percentuali, dal 76,2% dei laureati del 2018 all’attuale 78,3%.

LE TABELLE

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Linee di indirizzo della rete di riabilitazione,

la lettera delle otto «professioni» ai ministri Gelmini e Speranza.

FonteSanità24 - Il Sole 24 Ore

Ecco la lettera delle otto professioni della riabilitazione ai ministri per gli Affari regionali Gelmini, della Salute Speranza, e alle Regioni, prima dell'approvazione in Conferenza Stato-Regioni delle “Linee di indirizzo per la individuazione dei percorsi appropriati nella rete di riabilitazione”.

"Ci chiediamo quali e quante di queste professioni siano state coinvolte in modo strutturato, esplicito e trasparente nell’elaborazione di suddette Linee di indirizzo; esse sembrano appiattire il complesso e ricco mondo della riabilitazione su una visione monodimensionale e parziale, su una presa in carico limitatamente agli aspetti biofisici della persona, modello che oramai è senz’altro non solo obsoleto nella sua stessa conformazione.

Si tenta cioè di fare della riabilitazione un modello clinico a visione monodimensionale e parziale che, cosa ancor più grave, rischia di frammentare e complicare i percorsi per i cittadini che si trovano di fronte a complicati “imbuti” per poter accedere alle prestazioni di cui hanno bisogno.

Si perpetua una visione della riabilitazione autoreferenziale, disgregata dai Piani di Assistenza Individualizzati, scollegati dall’insieme degli interventi che ruotano intorno alla Persona con disturbi o fragilità o disabilità.

Viene cosi a mancare, la considerazione di diverse condizioni di disabilità e fragilità come lo stesso OMS descrive nel modello Bio-Psico-Sociale che vede il concetto di salute riassunto in diversi pilastri concettuali."

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Viaggio nelle professioni sanitarie.

I Terapisti della Neuro e Psicomotricità dell’età evolutiva,

intervista al presidente della Commissione d'Albo Nazionale Andrea Bonifacio

FonteQuotidiano Sanità 

L’età evolutiva vede nel nostro Paese importanti peculiarità rispetto al resto del mondo: il Tnpee si caratterizza per un'elevata specificità a partire dalla formazione accademica.

In Italia, è necessaria una maggiore presenza dei Tnpee all’interno del servizio pubblico ospedaliero e territoriale, non solo nei servizi di NPIA ma anche nel contesto materno-infantile e nelle Cure primarie. Il presidente Bonifacio commenta anche le opportunità che nascono dal Pnrr.

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TNPEE. Bonifacio (CDAN): «Il 20% dei soggetti ha bisogno di noi»

Fonte: Sanita informazione 

 

Una mappatura completa dei Terapisti della Neuro e Psicomotricità dell’età evolutiva presenti sul territorio nazionale per far emergere criticità e bisogni.

È questo l’impegno delle Commissioni d’albo nazionale e territoriali dei TNPEE in questa prima fase di attività. «Finalmente, dopo tanti anni di lotta, esiste un contenitore unico che, nel tempo, potrà sostenere in modo rilevante le azioni che le varie professioni sanitarie intenderanno portare avanti», dice Andrea Bonifacio, presidente della Commissione d’Albo nazionale dei Terapisti della Neuro e Psicomotricità dell’età evolutiva.

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Terapisti della Neuro e Psicomotricità dell’Età Evolutiva. Bonifacio (ANUPI TNPEE):

«Con il parent coaching la distanza fisica non è diventata distanza sociale»

Fonte: Sanità Informazione

Storie narrate o illustrate. Ancora, foto, disegni e videoclip.

Sono questi alcuni dei mezzi che i terapisti della Neuro e Psicomotricità dell’Età Evolutiva (TNPEE) hanno utilizzato per spiegare ai propri piccoli pazienti prima l’interruzione dei percorsi riabilitativi, poi la ripresa nel rispetto di tutte le misure di sicurezza previste nella fase 2 della pandemia da Covid 19.

«Abbiamo creato del materiale grafico e audiovisivo che potesse preparare i bambini alla nuova divisa del terapista, costretto all’uso di mascherina, visiera o camice, a seconda dei contesti e delle situazioni», ha spiegato Andrea Bonifacio, presidente dell’ANUPI TNPEE, l’Associazione Nazionale Unitaria Terapisti della Neuro e Psicomotricità dell’Età Evolutiva Italiani.

Dopo un periodo di sospensione totale delle terapie dal vivo, infatti, anche se con modalità e tempi diversi da regione a regione, TNPEE hanno ripreso l’attività professionale. «I piccoli pazienti hanno finalmente ricominciato i propri percorsi riabilitativi – dice Bonifacio -, tornando a frequentare setting conosciuti, ma arricchiti da molte caratteristiche nuove, necessarie al contenimento del contagio del virus».

 

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Laureati delle professioni sanitarie.

Occupazione quasi stabile rispetto allo scorso anno.

TNPEE ai primi cinque posti per alto tasso occupazionale.

Fonte: Quotidiano Sanità

 

Si ferma il trend positivo occupazionale verificatosi lo scorso anno, sia per le professioni sanitarie che per tutte le altre professioni. A evidenziarlo è il XXI rapporto annuale del Consorzio Interuniversitario AlmaLaurea di Bologna, presentato quest’anno presso l’Università Sapienza di Roma il 6 giugno scorso.

Analizzando in dettaglio le 22 professioni sanitarie sugli ultimi dati dei laureati del 2017, si confermano per l’alto tasso occupazionale ai primi cinque posti Terapista della Neuro e Psicomotricità dell’età evolutiva con l’84,2%, Audioprotesista con l’84,0%, Logopedista 83,9%, Educatore professionale e Fisioterapista con l’82,7%. Rispetto allo scorso anno le posizioni di Igienista Dentale e Podologo, che comparivano tra i primi posti, sono scese, rispettivamente dall’88,8 al 78,0% e dall’82,8 al 69,4%.

 

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Un giorno con: Terapia della Neuro e Psicomotricità dell’età evolutiva.

Ecco come il terapista guida il bambino nel superamento dei suoi ostacoli.

Fonte: Sanità Informazione

Seguire un oggetto con lo sguardo, fino ad allungare una manina per afferrarlo. Gattonare per trovare un appiglio al quale sostenersi per mettersi in piedi. Coordinare il movimento delle braccia con quello delle gambe. Sono solo alcune delle competenze che un bambino acquisisce naturalmente durante i primi anni di vita. Abilità che, in presenza di particolari patologie, possono trasformarsi in ostacoli insormontabili.

Ma grazie alle neuropsicomotricità queste difficoltà possono essere affrontate e superate. Come? «Attraverso specifici esercizi che, come un abito, vengono cuciti su misura nel rispetto delle esigenze di ogni piccolo paziente», spiega Lucia Scarpellini, terapista della Neuro e Psicomotricità dell’età evolutiva, membro del direttivo nazionale e coordinatrice dei referenti regionali dell’associazione tecnico-scientifica ANUPI TNPEE.

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Terapista della Neuro e Psicomotricità dell’Età Evolutiva: un’eccellenza italiana.

Bonifacio (Anupi TNPEE): «Non ci sono professionisti simili in Europa e nel mondo»

fonte: Sanità Informazione

Se un bambino non riesce a realizzare e conquistare serenamente tutte le tappe necessarie alla sua naturale crescita, a causa di disabilità dovute a ritardi di acquisizione, disturbi o patologie, può chiedere aiuto al Terapista della Neuro e Psicomotricità dell’Età Evolutiva (TNPEE). E può farlo solo in Italia.

«Sì perché – spiega Andrea Bonifacio, presidente Nazionale dell’Anupi TNPEE, ai microfoni di Sanità Informazione – il terapista della Neuro e Psicomotricità dell’Età Evolutiva è una figura unica. Non esiste in nessun Paese d’Europa, e quasi in tutto il mondo, un professionista simile a quello italiano».

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