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Linee Guida per i Disturbi Specifici dell’Apprendimento

LINEE GUIDA

PER I DISTURBI DI APPRENDIMENTO

 

 

SINPIA

SOCIETA’ ITALIANA DI NEUROPSICHIATRIA

DELL’INFANZIA E DELL’ADOLESCENZA


Coordinatore del gruppo di lavoro: Giuseppe A. Chiarenza – Componenti il gruppo di lavoro: Giuseppe Cossu, Silvio – Loddo, Roberta Penge, Ciro Ruggerini, Ludovica Saccomani

Le difficoltà di apprendimento in età evolutiva sono suddivisibili in disturbi specifici dell’apprendimento (DSA) e disturbi non specifici di apprendimento (DNSA). Queste due categorie sono definite qui di seguito.

 

Definizione

Si può porre una diagnosi di Disturbo Specifico di Apprendimento quando, a test standardizzati di lettura, scrittura e calcolo, il livello di una o più di queste tre competenze risulta di almeno due deviazioni standard inferiore ai risultati medi prevedibili, oppure l’età di lettura e/o di scrittura e/o di calcolo è inferiore di almeno due anni in rapporto all’età cronologica del soggetto, e/o all’età mentale, misurata con test psicometrici standardizzati, nonostante una adeguata scolarizzazione (6,18, 37, 40, 43, 49, 59, 78, 79, 92, 93, 98, 100, 101, 104). Tali disturbi (denominati dislessia,disortografia e disgrafia, discalculia) sono sottesi da specifiche disfunzioni neuropsicologiche, isolate o combinate. Nel DSM IV (1) sono inquadrati nell’Asse I come Disturbi della Lettura, dell’Espressione Scritta e del Calcolo.

Nell’ICD-10 (117) vengono inseriti all’interno dei disturbi dello Sviluppo Psicologico con il termine di Disturbi Specifici delle Abilità Scolastiche (DS di Lettura, di Compitazione, delle Abilità Aritmetiche e DS misto).

I disturbi non specifici di apprendimento si riferiscono ad una disabilità ad acquisire nuove conoscenze e competenze non limitata ad uno o più settori specifici delle competenze scolastiche, ma estesa a più settori. Il Ritardo Mentale (8), il livello cognitivo borderline, l’ADHD (87), l’Autismo ad alto funzionamento, i Disturbi d’ansia, alcuni quadri Distimici (69), sono alcune tra le categorie o entità diagnostiche che causano o possono causare disturbi non specifici dell’apprendimento (33).

Sia il DSM IV che l’ICD-10 prevedono anche una categoria diagnostica denominata Disturbo di apprendimento non altrimenti specificato (1), categoria residua del capitolo dei disturbi specifici di apprendimento. Prima di includere il disturbo di un bambino in questa categoria diagnostica è necessario escludere la presenza di una eziologia tra quelle che notoriamente possono incidere negativamente sull’apprendimento e che possa di per sé giustificare il quadro clinico.

 

Criteri diagnostici

Dislessia

La diagnosi di dislessia e disortografia non può essere formulata prima della fine della II classe elementare. Tuttavia, già in I elementare possono essere rilevati, come indicatori di rischio, segni importanti di discrepanza tra le competenze cognitive generali e l’apprendimento della lettura e scrittura (101).

I parametri essenziali per la diagnosi di dislessia, nei sistemi verbali trasparenti come la lingua italiana, sono la rapidità misurata come il tempo di lettura di brani, parole o sillabe, e la correttezza misurata come numero di errori di lettura e scrittura, che si discostino per difetto di almeno due deviazioni standard dalle prestazioni dei lettori della stessa età o risultino di due anni inferiori rispetto all’età cronologica. La comprensione del testo non concorre alla formulazione della diagnosi di dislessia, anche se fornisce informazioni utili sull’efficienza del lettore (18, 39, 100, 110).

E’ anche possibile parlare di disturbo specifico dell’apprendimento in presenza di un’altra patologia dell’apprendimento, ad esempio in caso di ritardo mentale. In questo caso la diagnosi prevede un difetto di almeno due deviazioni standard o di almeno due anni o più rispetto alle prestazioni prevedibili sulla base del ritardo mentale o altra patologia e non solo rispetto all’età cronologica ed al livello di istruzione.

Disortografia e Disgrafia

L’esame del processo di scrittura richiede la valutazione delle componenti disortografiche e disgrafiche. Per la diagnosi di disortografia – connessa con disturbi dell’area linguistica – vale la regola di una quantità di errori ortografici che difettano in misura uguale o superiore alle due deviazioni standard rispetto ai risultati medi dei bambini che frequentano la stessa classe scolare; invece, la disgrafia sembra essere conseguenza di disturbi di esecuzione motoria di ordine disprassico quando non fa parte di un quadro spastico o atassico o extrapiramidale (24, 37, 68). Anche per i disturbi di apprendimento della scrittura sono riconosciuti sottotipi correlati a fattori linguistici (disortografia) e a fattori visuo-spaziali (disortografia, disgrafia) e, inoltre, viene delineata una forma di difficoltà della scrittura dovuta a disturbi di esecuzione motoria, di ordine disprassico (disgrafia).

Discalculia

La diagnosi di discalculia non può essere formulata prima della III elementare, anche se già nel primo ciclo elementare possono essere rilevate discrepanze fra le capacità cognitive globali e l’apprendimento del calcolo numerico (che comprende la numerazione bidirezionale, la transcodifica, il calcolo mentale, l’immagazzinamento dei fatti aritmetici, il calcolo scritto). La valutazione si riferisce alla correttezza e soprattutto alla rapidità. L’efficienza del problem solving matematico non concorre alla diagnosi di discalculia evolutiva, ma appare correlato al livello delle competenze cognitive (25, 118) o al livello di competenza linguistica.

Per la discalculia sono individuati diversi tipi di disabilità che riguardano: la processazione dei numeri, cioè il riconoscimento dei simboli numerici e la capacità di riprodurli graficamente e organizzarli nello spazio, il sistema del calcolo con l’utilizzazione di procedure per eseguire le operazioni matematiche, e la risoluzione dei problemi aritmetici che comporti l’analisi dei dati e l’organizzazione del piano di lavoro.

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